La conferenza unificata propone il differimento al 2023 del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO)
Approfondimento di Angelo Maria Savazzi
La Conferenza unificata, nella seduta del 9 febbraio 2022, nel rilasciare la prescritta intesa alla bozza di D.P.R. che individua e abroga gli adempimenti relativi ai piani assorbiti dal PIAO, ha formulato alcune osservazioni e richieste emendative. Tra queste rientra la richiesta di differimento al 2023 dell’entrata a regime del PIAO al fine “di favorirne l’attuazione da parte delle pubbliche amministrazioni, anche quelle più piccole”. Come si è avuto modo di rilevare in diversi commenti, il PIAO impone alle amministrazioni l’adeguamento dell’assetto organizzativo e normativo interno e per fare ciò è necessario che vi sia un quadro normativo e metodologico certo. L’originaria formulazione dell’art. 6 del decreto legge n. 80/2021 che istituisce il PIAO prevedeva che il D.P.R., le linee guida e i Piani-tipo venissero diffusi entro sessanta giorni, ovvero entro il 10 agosto 2021. Questo termine è stato prorogato in sede di conversione al 10 ottobre 2021. Se i termini fossero stati rispettati quell’adeguamento normativo e organizzativo, cui le amministrazioni pubbliche avrebbero dovuto mettere mano, avrebbe avuto uno spazio temporale idoneo a consentire una programmazione integrata, avviata all’inizio dell’anno, come dovrebbe essere per ogni programmazione che si rispetti.
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