Avviare il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) in 10 mosse
Approfondimento di Angelo Maria Savazzi
Le incertezze legate alla mancata adozione dei DPR, previsti dal comma 5 dell’articolo 6 del Decreto legge 80/2021, il cui varo doveva avvenire entro lo scorso 9 ottobre e che devono individuare e abrogare gli adempimenti relativi ai piani assorbiti dal Piano integrato di Attività e Organizzazione, non sono alleviate dal previsto differimento del termine di adozione del PIAO, normativamente previsto per il 31 gennaio, cui è stata condizionata l’intesa, in sede di conferenza unificata, sulle linee guida ministeriali. Il differimento che, tra l’altro, in sede di prima applicazione, secondo le bozze di decreto diffuse fino ad oggi, sarebbe di 120 giorni dall’approvazione del bilancio, lascia impregiudicate le conseguenze derivanti dalla ritardata definizione degli obiettivi di performance che, in verità, non dovrebbe essere possibile, non solo per gli orientamenti giurisprudenziali, ma anche per la presenza di una disposizione, l’art. 5, comma 1-ter del DLgs. 150/2009, che impone agli enti territoriali di definire comunque gli obiettivi di performance nell’ipotesi di differimento del termine di approvazione del bilancio.
Una parte della pubblicistica dà per scontato che i DPR abrogheranno tale disposizione, senza tuttavia dare una risposta alla semplice domanda: ma gli obiettivi di performance definiti e assegnati nel mese di luglio consentono di considerare correttamente avviato il ciclo della performance e il ciclo valutativo? Inoltre, se il differimento del termine di approvazione del PIAO si trascina anche l’approvazione del piano di prevenzione della corruzione i cui contenuti dovranno confluire, almeno a regime, nel PIAO, come si concilia tale differimento con un periodo così lungo di vacatio in materia di prevenzione della corruzione e di monitoraggio degli obblighi di trasparenza?
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